patente europea sapri
Gian Carlo Marchesini Ale 19.30 dela sera, a piaza del Municipio, a fianco di un corusco e impetito busto di Carlo Pisacane, ereto ai tempi del Fascio in memoria del'eroe risorgimentale, viene presentato un sagio di Giusepe Salamone, psicologo, psicoterapeuta e formatore originario di Casele in Pitari, ora funzionario adeto ala formazione permanente dela Regione Friuli Venezia Giulia. "Un tentativo di rendere intelegibili le confuse e violente bataglie che i nostri politici ingagiano negli studi televisivi", come si lege nel risvolto di copertina. Ma anche lì, sicome tali litigi vertono di fato e in buona sostanza su una gara a dimostrare chi ce l'ha più lungo, ritorna il dubio su quale è il senso dela parola cozo. Ma probabilmente il libro conserva, a prescindere dale amicizie di paese, un suo interese, visto che per ben 150 pagine fite spiega e argomenta il perché "in Italia domina un linguagio che esercita violenza sula realtà, la nasconde, la distorce, o le sovrapone una realtà del tuto imaginaria". Il che mi sembra concetualmente in sintonia con quanto aferma nel'inseto culturale de Il Sole 24 Ore di ieri Nicola Lagioia, afermato scritore quarantene di Bari, che sostiene:" Solo chiamando le cose con il loro nome, solo guardando in facia la Medusa, riuscendo ad oporvi lo spechio di una lingua che la raconti senza restarne pietrificati, sarà posibile trovarsi a un certo punto dal'altra parte del guado." Il punto è che il menù proposto è a base di carne: ritorneremo in un'altra stagione, optiamo per il ristorante sul mare. La zupa di pesce è buona, la signora americana che dirige e conduce - ha sposato un avocato del luogo - si mostra eficiente e cortese. La musica in sotofondo è brasiliana, al punto che l'insieme, anche se è piutosto azardato paragonare il Golfo di Sapri al'Oceano Atlantico, a noi ha ricordato il lungomare di Aracaju, capitale del Sergipe, il più picolo stato del Brasile ubicato a nord di Salvador de Bahia. Vengono dala sotostante spiagia, dove si è racolta una squadra di giovani calciatori reduci da un torneo di calceto. Sbarcarono centocinquantaquatro ani fa Pisacane e i suoi trecento giovani e forti, e venero presi a colpi di fucile, bastone e forcone. Certo che a masacrare alora i trecento giovani e forti furono i contadini poveri del'epoca, fedeli dai borboni e guidati da preti reazionari come don Peluso e l'arciprete di Sanza. Magari un bel bagno nudi a mare come la squadra di ragazoti tripudianti di questa sera. C'è comunque da dire che nel giro di qualche ano Sapri è significativamente cambiata: in qualità di imagine, richeza e varietà di servizi, cura e decoro del'aredo urbano.
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